I più simpatici sono i quattro grandi anziani che abitano a Lambrate, in via Mario Bianco, in un bene confiscato alla mafia e assegnato alla comunità di Sant'Egidio. Novant'anni per gamba e sono già ai fornelli per cucinare il pranzo di Natale. Ospiteranno una decina di poveri, fra cui una famiglia di marocchini, con tanti figli, «a cui mancano i nonni». Luigia, la veterana, ex portinaia, ha messo tutti sotto «perché la festa deve essere bella». E non saranno gli unici ad aprire le porte di casa perché sono tante le ong e associazioni che stanno coordinando gli inviti a casa per le feste.
La Caritas Ambrosiana, dopo l'appello per un "buon vicinato" lanciato dall'arcivescovo Mario Delpini a sant'Ambrogio, ha allertato la sua rete e sono già un centinaio i senza fissa dimora e poveri a vario titolo che il giorno di Natale pranzeranno con le gambe sotto al tavolo in una famiglia milanese. «Cerchiamo altre persone che si mettano a disposizione. La lista dei senzatetto e degli anziani soli che vorrebbero fare Natale in compagnia è ancora lunga», spiega Francesco Chiavarini. Circa in 90 saranno ospiti al Refettorio ambrosiano di piazza Greco, che in questi giorni organizza altre dieci cene solidali con chef stellati e volontari.
In piena mobilitazione anche il popolo di Sant'Egidio che fra tutti i centri, le chiese, le comunità e le famiglie coinvolte conta di mettere assieme nei giorni di Natale 1.300 persone fra ospiti e volontari, dal cento alla periferia, in particolare al Corvetto, a Lambrate, in viale Corsica, alla chiesa anglicana, alla chiesa di San Bernardino alle Monache di via Lanzone. «Noi diciamo alle famiglie che non basta l'invito a pranzo il 25, bisogna cercare di creare una relazione, un legame che non si esaurisca nel giorno canonico della festa - sottolinea Ulderico Maggi - . Ma la cosa bella è vedere quanta gente si offre volontaria, dal 2015 i numeri sono raddoppiati, ormai sono oltre 500». La particolarità di questi pranzi natalizi è l'eterogeneità degli invitati: dai rom ai profughi, dagli anziani soli ai minori stranieri non accompagnati. «Compagni di strada di tutto l'anno per la Comunità, nell'ottica di quella Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri auspicata dal Concilio e così centrale nel messaggio di papa Francesto», conclude Maggi.
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Zita Dazzi
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