«Figura di grande rilievo nell'Islam indonesiano, da sempre impegnata nel dialogo interreligioso, nel pluralismo democratico, a difesa dei diritti delle donne nella società islamica. Si oppone alle discriminazioni, lotta contro la pena di morte e contro ogni forma di violenza perpetrata nei confronti delle donne». Con queste motivazioni il presidente della giuria del Premio internazionale «La Donna dell'Anno», Umberto Veronesi, ha decretato la vincitrice della 122 edizione, conclusasi venerdì al Centro congressi del Grand Hotel Billia a Saint-Vincent. E' stata nominata Donna dell'Anno 2009 l'indonesiana Siti Musdah Mulia, giurista e teologa, proposta dalla Comunità di Sant'Egidio. Visibilmente commossa, ha ritirato il premio consegnatole dal presidente del Consiglio Alberto Cerise. «Non ho paura anche se so di essere nel mirino degli integralisti che non vogliono costruire la pace - ha detto -. Non mi preoccupo, questo è il compito che mi sono data come essere umano».
Il premio Soroptimist International Club Valle d'Aosta è andato all'afgana Mary Altrarni, cofondatrice di un'associazione in aiuto di donne e bambini, «una donna molto coraggiosa, di supporto a donne afgane che hanno subito violenze e soprusi». L'afgana non ha potuto essere presente perché bloccata a New York per problemi burocratici legati al visto. Il premio le sarà consegnato attraverso il ministero degli Esteri.
L'unica a non ricevere riconoscimenti, tra le tre finaliste, è stata la marocchina Aicha EchChanna, assistente sociale, fondatrice di un'associazione di aiuto a ragazze madri e bambini abbandonati. Intervistata dalla conduttrice della serata, la giornalista Rai Maria Concetta Mattei, ha detto: «Da trent'anni cerco di ridare dignità, lavoro e affetto alle donne che hanno bisogno di aiuto. Per questo, inizialmente, sono stata condannata dagli estremisti, ma, in seguito, sono riuscita a instaurare con loro un dialogo».
Ha partecipato alla manifestazione anche la somala Asha Omar, Donna dell'Anno 2008. «I soldi avuti dalla Valle d'Aosta mi sono serviti per investire in progetti di aiuto nel mio Paese dilaniato dalla guerra civile e il Premio è stato un volano per conoscenze in campo internazionale» ha detto.
L'arrivederci degli organizzatori è stato per il 2010, con un Premio che in dodici anni ha portato in finale 36 donne, rappresentanti di 27 Paesi del mondo, una rete di solidarietà che il Consiglio regionale intende continuare a portare avanti.
Daniela Giachino
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