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Amalfi: Palazzo Municipale e Cattedrale

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Informazioni FONTE : La Costiera Amalfitana, ITC Amendola, Salerno

Il Duomo di S. Andrea

L�inconfondibile architettura del Duomo di Amalfi si erge, splendida ed elegantissima al termine di una maestosa scalinata di 62 scalini, sovrastando l�omonima piazza al cui centro � collocata la settecentesca fontana di S. Andrea o del Popolo.
Le sue forme compendiano gli stili arabo e normanno e ci� conferisce all�architettura un aspetto singolare ed un fascino particolare.

Dedicato a S. Andrea in virt� di un miracolo avvenuto il 27 giugno del 1544, il Duomo di Amalfi � costituito da 2 basiliche: la basilica del Crocifisso, molto antica, risalente al VI sec. e la basilica maggiore di S. Andrea risalente al IX. Ampliato e ricostruito nell�XI sec., � nel XIII che, dopo la traslazione di S. Andrea il Duomo sub� una notevole trasformazione nella forma arabo-normanna. Vennero cos� ingranditi il transetto e la cripta, fu costruito l�arco trionfale sorretto da due grandi colonne ed aperto il muro di separazione tra le due basiliche con la conseguente creazione di un�unica grande basilica a cinque navate.
I lavori di restauro, dal 1703 al 1718, gli hanno conferito l�aspetto attuale. La basilica del Crocifisso liberata dalle sovrastrutture barocche, � oggi ad una sola navata con volta a botte, ed � sede del Museo Diocesano.
La facciata, rifatta dopo il crollo del 1861 da Enrico Alvino, rievoca motivi ornamentali di derivazione bizantina, araba e normanna. Nel timpano triangolare un mosaico di Domenico Morelli raffigura la scena dell�Apocalisse con Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti e le podest� terrene. Sotto il timpano sono raffigurati i 12 Apostoli.
A sinistra della facciata del Duomo si eleva il bel campanile, realizzato tra il XII e il XIII sec., con bifore decorate da tufo giallo e tufo grigio sormontate da archi intrecciati sorretti da colonne con motivi stellari e floreali che ricordano lo stile arabo. La cella campanaria, con corpo centrale cilindrico e quattro piccole torri con tre monofore, � coperta con tegole maiolicate in giallo e verde.

Di notevole valore le porte bronzee a sbalzi d�argento, fuse a Costantinopoli nel 1066 da Simone di Siria, divise in 24 quadri recanti al centro 4 finissime figure di gusto bizantine: Cristo, la Madonna, S. Andrea e S. Pietro.
L�interno, in stile barocco, � a croce latina a tre navate separate da venti pilastri racchiudenti colonne. Il soffitto, a cassettoni in oro eseguito dall�intagliatore napoletano Checco Gori su disegno di Michelangelo Guglielmelli, presenta quattro grandi dipinti di Andrea d�Aste di Bagnoli Ipino, raffiguranti il miracolo della Manna, la flagellazione di S. Andrea, la sua crocifissione e il Santo sulla croce. Dello stesso artista � la tela raffigurante la crocifissione di S. Andrea, posta sull�altare maggiore, ai cui lati i due amboni sono decorati da mosaici della fine del XII sec.
Tra le opere d�arte che vi sono conservate meritano di essere menzionate: il presbiterio sostenuto da due grandi colonne; l�antica vasca battesimale di porfido rosso proveniente da Paestum; un trittico marmoreo del XVI sec.; il paliotto d�argento e l�altare costituito dal sarcofago dell�arcivescovo Andrea d�Acunto. Accanto all�altare un ambone sorregge una bellissima aquila che, durante il periodo dell�arcivescovo Dioniso, faceva da leggio nel �Pulpitum Magnum�.

Particolarmente importante � la Cripta a due navate separate da sei pilastri con volta a crociera fatta costruire tra il 1206 e 1208 dal cardinale Pietro Capuano.
La cripta, con gli affreschi di Vincenzo De Pino, l�altare di Domenico Fontana, con la statua bronzea di S. Andrea di Michelangelo Naccarino, le statue marmoree di S. Lorenzo e S. Stefano di Pietro Bernini e le vetrate settecentesche, fu decorata nei primi anni del secolo XVII contemporaneamente alla cattedrale di Salerno, per volont� di Filippo III di Spagna che volle cos� onorare gli apostoli Andrea e Matteo.
Sotto l�altare sono custodite le reliquie di S. Andrea, trasportatevi nel 1208 dal cardinale Pietro Captano, reduce dalla Terra Santa, al rientro della IV Crociata. Le reliquie racchiuse tra magnifiche lastre istoriate, emanano una sostanza straordinaria dal potere taumaturgico, la �Manna�, che un vecchio pellegrino fece notare il 24 novembre del 1304.
Di particolare rilevanza artistica � un grande affresco raffigurante la Crocifissione eseguito intorno al 1330 dal pittore napoletano Roberto Oderisi.
L�affresco di scuola giottiana rappresenta la Madonna in primo piano stremata dal dolore e confortata dalle pie donne, e accanto, sotto la croce, la Maddalena con S. Giovanni; pi� in alto campeggia il Cristo fra i ladroni con un angelo in volo che sostiene un neonato, rappresentazione dell�anima che trapassa.

Il Chiostro del Paradiso
Dall�atrio del Duomo di Amalfi si accede all�incantevole Chiostro del Paradiso, fatto costruire dal vescovo Filippo Augustariccio tra il 1266 ed il 1268 per essere adibito a sepolcreto delle notabili famiglie di Amalfi; infatti nel Medioevo col termine �paradiso� si identificava il camposanto che spesso era collegato ad una chiesa e contornato da un porticato.
Qui appare chiara l�influenza che il mondo arabo ha avuto su Amalfi, per l�eleganza tutta orientale delle bianche e sottili colonne, i cui archi acuti sono cos� simili a quelli riscontrabili negli atri dei palazzi del Medio Oriente.
La suggestione dell�ambiente � accentuata dalla vegetazione e dai numerosi frammenti scultorei di et� diverse che ne fanno un autentico museo all�aperto; nelle gallerie si possono ammirare importanti testimonianze di epoca romana e medioevale: due antiche colonne reggenti aquile, il sarcofago del decurione P. Ottavio Rufo, due sarcofagi romani raffiguranti l�uno le nozze di Peleo e Teti, l�altro il ratto di Proserpina, un sarcofago trecentesco e frammenti dell�antica facciata del Duomo.

La Basilica del Crocifisso
� la cattedrale pi� antica di Amalfi; risale infatti al IX secolo e fu dedicata all�Assunta ed ai santi Cosma e Damiano. Presumibilmente la chiesa si � sviluppata intorno ad un originario impianto paleocristiano del quale restano alcune colonne e qualche capitello, mentre il portale di ingresso potrebbe appartenere al complesso altomedioevale.
Vi � stato allestito il Museo Diocesano di Arte Sacra che oltre a raccogliere argenti, paramenti sacri, sculture lignee, mosaici appartenenti al tesoro del Duomo, espone vari reperti provenienti dal Chiostro del Paradiso.
Da segnalare una mitria angioina della fine del �200 appartenuta a Ludovico da Tolosa, un paliotto in argento del XVIII secolo e un sarcofago in marmo di et� imperiale, servito per accogliere nel 1449 i resti mortali dell�arcivescovo Andrea de Palearea, il cui stemma si nota al centro dell�urna.
Sono inoltre esposti pezzi preziosi tra i quali un calice di orafo francese e due reliquiari realizzati con osso di bue del secolo XIV, due pianete con ricami d�oro e una portantina con pannelli provenienti da Macao, del sec. XVIII.