Ringrazio la Comunità di Sant’Egidio per avermi invitato allo speciale 30° incontro internazionale interreligioso quest’anno nella città santa di Assisi.
Comincio pagando il mio tributo più rispettoso a San Francesco (1182-1226), uno dei più grandi santi della storia del genere umano, il cui nome è indissolubilmente legato ad Assisi.
Il titolo di questa sessione è “Il Terrorismo nega Dio”. Ma quanto suona strano, del tutto strano, incongruo e straziante, anche solo pronunciare la parola ‘terrorismo’ mentre si pronuncia il nome di Assisi e di San Francesco.
Sono parole talmente in antitesi tra loro, come lo sono il giorno e la notte.
San Francesco era un Uomo di Pace. Era il Santo Patrono dell’Ecologia. Ecco una storia, molto conosciuta, ma che vale ancora la pena di narrare nel contesto del tema di questa sessione.
Come tutti sappiamo, San Francesco ebbe un grande amore per gli animali e per l’ambiente. La breve storia spiega perché egli sia spesso raffigurato con un uccello, di solito sulla mano.
Un giorno, mentre Francesco era in viaggio con alcuni compagni, capitarono in un luogo lungo la strada in cui gli uccelli riempivano gli alberi su entrambi i lati. Francesco chiese ai suoi compagni: “aspettatemi mentre vado a predicare ai miei fratelli, gli uccelli”.
Gli uccelli lo circondarono, incuriositi dal potere della sua voce e nessuno di loro volò via. Tale era la profondità ed intensità di amore e di unità spirituale che San Francesco d’Assisi aveva per ogni creatura non umana nel mondo.
Il Mahatma Gandhi (1869-1948), un altro grande Uomo di Pace, e grande ammiratore di Francesco, ha scritto:
“San Francesco fu un grande asceta in Europa. Era solito peregrinare nei boschi in mezzo a rettili, ecc., ma non gli fecero mai del male. Al contrario erano suoi amici. Migliaia di asceti e fachiri vivono nelle foreste dell’India. Essi si muovono senza paura fra tigri, lupi, serpenti, ecc., e non si sente mai che subiscano danni a causa loro”.
“Personalmente, credo che se noi ci liberiamo da ogni inimicizia verso ogni creatura vivente, quest’ultima, pure, cessa di guardarci con odio. La compassione e l’amore sono l’eccellenza più grande dell’uomo, senza cui l’uomo non può coltivare l’amore di Dio. Arriviamo a comprendere in tutte le religioni, più o meno chiaramente, che la compassione è la radice di una vita più elevata”.
L’amore di Dio e il servizio all’umanità e a tutte le creature non umane sono due facce della stessa medaglia. Il pre-requisito dell’orientamento al servizio è l’impegno incrollabile per la non-violenza e la pace.
Le vita di San Francesco e di tutti gli altri venerabili santi appartenenti a tutte le religioni, culture e continenti, continuano ad irradiare pace fino ad oggi, perché tutti hanno accettato Dio incondizionatamente, e tutti loro hanno incarnato il principio del servizio come dovere.
E proprio perché hanno accettato Dio incondizionatamente, hanno considerato la violenza di ogni tipo e verso chiunque – tra cui le creature mute delle specie non umane – come un atto di negazione di Dio. In effetti, come un atto di crimine contro Dio.
Se il messaggio nobilitante di uomini come San Francesco d’Assisi rappresenta un faro per l’umanità nel travagliato viaggio della vita, il terrorismo rappresenta la caduta dell’uomo nelle profondità delle tenebre della disumanizzazione e della de-divinizzazione.
Le azioni dei terroristi sono guidate dalla totale negazione di Dio e dal massimo disprezzo per la più speciale creazione di Dio – la vita umana. Il terrorismo spegne la vita umana in modi selvaggi, sfrenati e impenitenti.
Il terrorismo globale oggi: Un fenomeno nuovo nella storia umana
Signore e signori,
Gli atti di uccisione non sono una novità nella storia umana, nemmeno le guerre, che implicano uccisioni generali.
Anche il terrorismo non è nuovo. Tuttavia, nella nostra epoca, stiamo vedendo le manifestazioni della violenza terroristica in modi nuovi – più drammatici, più mortali, e più su scala globale di quanto si siano mai visti o immaginati in passato.
Così, gli aerei che trasportano passeggeri diventano missili per colpire, e demolire, grattacieli negli Stati Uniti.
Un camion è utilizzato per falciare gente raccolta sul lungo mare in Francia.
Scolari in Pakistan – circa 150 – sono uccisi con una raffica di arma da fuoco.
Un gruppo di terroristi, travestiti da pescatori, navigano verso una città portuale in India – la mia città di Mumbai – da un’altra città portuale di un paese vicino e cominciano a uccidere in maniera casuale.
In Bangladesh, assaltano un caffè, segregano ostaggi a seconda della loro religione, e uccidono barbaramente i loro bersagli.
In Iraq e Indonesia, in Afghanistan e in Australia, in Kenya e in Kyrghizistan, in Turchia e in Nigeria, e in molti altri paesi del mondo, l’ondata di attacchi terroristici negli ultimi decenni è senza precedenti nella storia umana.
Mai, in passato, il terrorismo si era manifestato come guerra non convenzionale, in maniera simultanea e in aree geografiche così diverse nel mondo. E’ una guerra non convenzionale perché bersaglia e uccide, in maniera pianificata e organizzata, persone non combattenti, credendo e spesso proclamando, che essi sono il nemico.
Uccidere persone innocenti non è giustificato da alcuna religione o tradizione spirituale. Ma il terrorismo crea la propria giustificazione – spesso pretendendo che i suoi atti criminali siano ispirati, sanzionati e addirittura commissionati dalla religione. Quindi, in molti casi, il terrorismo si definisce e si cela dietro alla Guerra di Religione.
Nella perversione sbalorditiva di tutto ciò che la religione rappresenta, il terrorismo si autodifende in nome della difesa della religione. Giustifica l’uccisione come adempimento del comandamento di Dio. E’ perciò necessario strappare questa copertura bizzarra e astuta di supporto e sanzione religiosa del terrorismo. Questo richiede che ci poniamo tre domande.
Primo, esiste una religione che non creda che tutti gli esseri umani siano figli uguali dello stesso Dio?
Secondo, esiste una religione che distingua gli esseri umani in base alla loro fede come “Noi Superiori” e “gli altri inferiori?”
Terzo, esiste una religione che condoni l’uccisione di gente innocente appartenente a qualsiasi fede?
La risposta a tutte queste tre domande è un No netto.
Alla prima domanda è d’obbligo rispondere prendendo spunto dalla Sacra Bibbia, che dice: “Dio creò l’uomo a Sua immagine”.
Upanishads, le sacre scritture dell’Induismo, dicono: “L’anima dell’individuo, nella sua essenza, non è altro che l’Anima Universale”.
Il Santo Corano dice: “La natura dell’uomo è stata plasmata dalla stessa natura di Dio”.
Anche la risposta alla seconda domanda possiamo trovarla nei testi sacri religiosi.
“Le strade seguite dagli uomini conducono tutte a Me, alla fine” Così dice Krishna nel Bhagawad Gita, una sacra scrittura Indù.
Questo trova eco nella Sacra Bibbia: “Non c’è più né giudeo né greco, non c’è schiavo né libero, né uomo né donna, poiché tutti siete uno in Cristo Gesù.”
Questo trova ulteriore eco in Hadith, i detti del Profeta Maometto: (570-632): “Ci sono tante vie che portano a Dio, quante sono le anime sulla terra”.
Shankaracharya (788-820), un venerato esponente della filosofia Advaita, o la filosofia indiana del Monismo, ha detto: “L’anima non ha casta e nemmeno un credo particolare; essa è uno con la Vita Universale”
Maulana Rumi (1207-1273), il saggio Sufi, ha reso questo insegnamento ancora più specifico:
"L’anima non conosce Persiano o Turco o Arabo,
O Indù, o Cristiano, o Musulmano,
La saggezza e l’azione virtuosa donano vita all'anima,
Non i nomi delle razze e le lotte comuni ".
Per rispondere alla terza domanda – c’è qualche religione che sostiene l’uccisione di gente innocente? –volgiamoci ad alcuni insegnamenti chiarificativi Indù.
Nei testi Buddisti, Ahimsa (non violenza) è parte di Pancasila o dei Cinque Precetti, di cui proprio il primo dice di astenersi dall’uccidere.
Alla promessa di Ahimsa è riconosciuta la massima importanza tra le Cinque Promesse del Giainismo. Infatti, il Giainismo prende talmente sul serio gli insegnamenti di non-offesa da chiedere ai propri aderenti di dire gli uni agli altri:
Se ti ho offeso in qualche modo,
Consapevolmente o inconsapevolmente,
In pensieri, parole, o opere,
Ti chiedo perdono.
I seguenti obblighi categorici del Santo Corano contro l’uccisione di persone innocenti è diffusamente noto:
“...chiunque abbia ucciso una persona – a meno che fosse per assassinio e per diffondere la corruzione nella regione – è come se avesse ucciso l’intera umanità; e chiunque abbia salvato una vita è come se avesse salvato l’intera umanità”.
L’Islam dell’ISIS e di al-Qaeda è la perversione dell’Islam
In considerazione di questi – e di altri innumervoli – riferimenti agli insegnamenti delle differenti religioni, dire che il “Terrorismo nega Dio” è insistere su ciò che è ovvio.
La domanda vera è: Perché così tanti atti terroristici sono ancora commessi in nome di Dio? E come si può fermare questo?
Si dovrebbe notare, qui, che atti terroristici a volte sono anche perpetrati senza una pervertita ispirazione religiosa. Ideologie politiche non-religiose, che credono nella violenza come strumento per raggiungere i propri fini, spesso portano al terrorismo.
Che la motivazione sia religiosa o no, il terrorismo è sempre ed invariabilmente la negazione di Dio perché Dio proibisce fermamente di uccidere gente innocente.
Bisogna anche notare che atti di terrorismo ispirati dalla religione, perseguono anche una causa politica. La causa potrebbe essere l’istituzione di una regola politica o l’egemonia della propria religione – o della propria setta all’interno di una religione.
Un caso evidente a questo proposito è il tentativo dell’ISIS di istitutire o di reisitituire il Califfato in tutto il mondo – iniziando dal Medio Oriente – e intraprendere la ‘Jihad’ o guerra di religione a questo scopo.
Tali tentativi dell’ISIS, Al Qaeda e altre organizzazioni islamiste devono essere condannati e contrastati senza ambiguità da tutti – compresi i credenti dell’Islam, nel cui nome viene condotta la cosidetta “guerra santa”.
Per contrastare e combattere il terrorismo, è necessario soprattutto negare ai terroristi qualsiasi giustificazione teologica, o che si possa ricondurre alle scritture, per i loro atti brutali.
Questo richiede ai seguaci non solo dell’Islam ma anche di ogni altra religione di riesaminare in modo critico e introspettivo quegli aspetti testuali e teologici delle proprie rispettive religioni, che possono essere mal interpretati dagli estremisti per i propri fini politici di divisione e violenti.
Una riforma religiosa tanto necessaria è diventata un dovere religioso obbligatorio oggi, quanto lo sono la preghiera o il servizio ai poveri e ai bisognosi.
Una religione che non si riforma di tanto in tanto alla luce dei propri principi eterni fondamentali, è una religione stagnante.
In realtà, in passato, molti tentativi di riforme sono stati compiuti in tutte le religioni per affermare il significato e lo scopo reale della religione di promuovere la pace, l’armonia e la fraternità universale sulla Terra. Queste tradizioni di riforma necessitano urgentemente di essere ravvivate, ringiovanite e rafforzate.
Dovremmo comprendere gli insegnamenti e le tradizioni di riforma non solo nelle nostre religioni di appartenenza, ma anche quelli delle altre religioni. Ciò è necessario per liberarci da incomprensioni e pregiudizi sulle altre religioni, e per renderci conto che l’essenza dell’insegnamento e delle finalità di tutte le religioni è ugualmente nobile – davvero, uno e lo stesso.
Le idee sbagliate e i pregiudizi nelle questioni religiose, sono devastanti. Sono la fonte di molti problemi e difficoltà nel mondo.
In particolare, bisogna affermare sempre più che il terrorismo non deve essere paragonato o collegato a nessuna religione specifica. Questo è particolarmente necessario nell’atmosfera di Islamofobia in molte parti del mondo.
Non ci può essere pace senza giustizia, né giustizia senza pace.
Signore e Signori,
La nostra comprensione del fenomeno del terrorismo sarebbe dolorosamente inadeguata se chiudessimo un occhio su altri due aspetti che lo sostengono – uno è la persistente ingiustizia nel mondo, l’altro è la violenza militare su larga scala di un paese contro un altro e a volte all’interno dello stesso paese.
Questi due fattori hanno non soltanto sostenuto il terrorismo, ma le organizzazioni terroristiche se ne sono servite per cercare legittimazione alle loro azioni disumane ed empie.
Bisogna anche riconoscere che, mentre il terrorismo nega Dio e la religione nel suo senso più vero, la negazione della giustizia è ugualmente la negazione di Dio.
Giustizia per tutti, senza discriminazioni, è un pre-requisito fondamentale del progetto di Dio per le società umane tanto quanto la non-violenza, l’amore, la compassione e la miseriocordia. Davvero, esse sono correlate ed interdipendenti.
Il Mahatma Gandhi ci ricorda: "La prima condizione della non-violenza è la giustizia in ogni settore della vita."
Pertanto, garantire giustizia socio-economica, giustizia culturale, giustizia politica, giustizia di genere, giustizia ecologica e la dignità umana basilare di ogni comunità e di ogni individuo nel mondo deve essere considerato come una delle condizioni per l'eliminazione del terrorismo.
Il prevalere di privazioni profonde, di disuguaglianze e di condizioni di vita ingiuste in tutto il mondo, e anche all'interno dei nostri rispettivi paesi, sono un affronto all'umanità e costituiscono il rifiuto di Dio.
L'altro fattore che sostiene il terrorismo nel nostro mondo è il militarismo incontrollato e competitivo tra stati-nazione, con nazioni grandi, ricche e potenti che guidano questa pericolosa tendenza. La sovranità delle nazioni più deboli è spesso palesemente violata - anche raccontando bugie alle Nazioni Unite, come è accaduto quando gli Stati Uniti hanno invaso l'Iraq.
L'esportazione dell’estremismo religioso da parte di nazioni ricche, che alimentano il terrorismo in luoghi vicini e lontani, è trascurata per ragioni di convenienza geopolitica.
L'esportazione del terrorismo come politica di Stato per incitare il separatismo e la militanza nel quartiere è pure trascurato per ragioni di vantaggi geopolitici.
Inoltre, anche la repressione effettuata dall’apparato statale sui propri cittadini, in nome della lotta al terrorismo, alimenta il terrorismo.
Pertanto, una delle più grandi sfide cui fanno fronte coloro che amano la pace e gli operatori di pace è quella di creare un più ampio supporto sociale e globale per la necessità di fare della non-violenza il credo degli stati-nazione e di tutte le loro istituzioni di governo - sia per quanto riguarda la condotta reciproca tra gli stati-nazione, sia per quanto riguarda le relazioni con i propri cittadini.
Gli stati-nazione, le singole società nazionali, e la comunità globale nel suo insieme, devono riformare le proprie mentalità e le proprie pratiche per la sicurezza nazionale e la sicurezza interna, e spostare costantemente verso una sicurezza collettiva e cooperativa, e verso modi non violenti di risoluzione di conflitti, controversie e differenze.
Riflettendo sulla esperienza dell’umanità dall'origine della civiltà, tutte le comunità nazionali, razziali, religiose e sub-religiose devono accettare che anche la lotta per la giustizia deve essere non violenta, dal momento che le lotte violente per la giustizia hanno sempre finito per creare nuove forme di ingiustizia e nuovi alibi per la violenza.
Così, non ci può essere pace senza giustizia e non c'è giustizia senza pace.
Ciò non sorprende dal momento che sia la Pace - Non-violenza sarebbe la parola migliore – sia la Giustizia sono attributi immutabili di Dio. E Dio ha creato l'Uomo perché facesse propri questi atttributi divini.
Questo suggerisce che l'umanità ha bisogno di fare la transizione dall’evoluzione biologica all’evoluzione spirituale.
Mahatma Gandhi ci dice: "Nella nostra condizione attuale, siamo in parte uomini e in parte animali."
Maharishi Aurobindo (1872-1950), un filosofo indiano che domina nei tempi moderni, descrive il percorso di questa evoluzione spirituale con le seguenti parole nel suo libro L'Ora di Dio.
"L'uomo è un essere di transizione. Egli non è definitivo. Il passaggio da uomo a superuomo è la prossima realizzazione nell'evoluzione terrena. E' inevitabile, perché è al tempo stesso l'intenzione dello spirito interiore e la logica del processo della natura.
"La barbarie è un sonno intermedio, non una tenebra originale" nell'evoluzione umana. La causa di questo "sonno evolutivo" è lo squilibrio nel progresso della vita umana. "Al momento l'umanità sta attraversando una crisi evolutiva in cui si cela una scelta del suo destino; poiché è stato raggiunto uno stadio in cui la mente umana ha raggiunto per certi versi un enorme sviluppo, mentre per altri versi rimane immobile e disorientata e non riesce più a trovare una via ".
Aurobindo indica questo nuovo percorso evolutivo e il destino dell'uomo in un meraviglioso frase: "L'uomo è stato umanamente inferiore oggi, ma può essere umanamente superiore domani".
Proprio come San Francesco d'Assisi è stato già Umanamente Superiore nello scorso millennio. |