Interreligious Dialogue Center Shinmeizan, Japan
|
Invitato a parlare sul tema di questo forum : "Il martirio dei cristiani nel XX secolo" insieme a illustri e autorevoli personalità, mi sono naturalmente posto la domanda di come affrontare questo impegnativo argomento, sotto quale aspetto trattarlo..
Come missionario che opera in Giappone da ormai quasi 40 anni, mi sentirei più pronto e incline a rievocare gli innumerevoli martiri di quel Paese, che a migliaia, a decine di migliaia, fecondarono con il sangue e mirabili esempi di fede il seme gettato dai primi annunziatori del Vangelo nel "Paese dove sorge il sole"…
Ma il tema di questo forum mi chiede di concentrare l’attenzione sui martiri del XX secolo, e, in Giappone, la pena di morte per i cristiani fu abolita nel 1873, avviando un graduale processo di riconoscimento della liberta’ religiosa, finalmente pienamente sancita dalla attuale Costituzione emanata dopo la seconda guerra mondiale.
Come, dunque, affrontare questo tema? Tanti approcci diversi, tanti metodi di approfondimento diversi, si sono subito affacciati alla mia mente. Tentare una panoramica statistica? Una "geografia" del martirio cristiano nel mondo oggi? Fare un’ analisi storica per coglierne le cause contingenti? O un tentativo di teologia del martirio nell’oggi della vita cristiana? Oppure fermarmi su qualche martire particolarmente significativo, quasi "simbolico" del martirio nei nostri tempi recenti? Presentare il volto di qualche martire in particolare?
Alla mia mente sono apparse allora le figure di miei confratelli, di mie consorelle, e anche di miei alunni: di persone che ho conosciuto, con cui ho vissuto, e che sono stati uccisi in odio alla fede, nell’esercizio del loro servizio al Vangelo, per la loro testimonianza a Cristo… Ma dieci minuti non basterebbero a tratteggiarne il volto, a raccontarne la storia, a dirne il messaggio…
Ho scelto allora di formulare il mio breve discorso oggi nel genere letterario della profezia, ispirata al martirio cristiano come coraggioso atto di speranza.
IL MARTIRIO CRISTIAN0 NEL SECOLO XX COME TESTIMONIANZA PROFETICA
Secolo ventesimo, "il secolo breve"... Secolo di intensità tragica: secolo delle due guerre "mondiali"… dell’atrocità atomica… di genocidi senza precedenti… Secolo del più alto numero di martiri cristiani della bimillenaria storia del cristianesimo. Ma anche (e forse perché) secolo di totalitarismi ideologici, secolo di apostasia collettiva nei Paesi di antica cristianità, secolo di rottura tra società civile e ispirazione religiosa in Occidente, e (per reazione forse?) nascita altrove di estremismi opposti, di radicalizzazione fondamentalista della religione… Secolarizzazione dilagante che ignora, e vuole che sia ignorata, la fede religiosa, che ne contrasta il messaggio, soprattutto quello che i discepoli di Cristo offrono al mondo… Si, come quando Gesù di Nazareth, il Cristo, fu tradito, iniquamente processato, condannato a morte, appeso ad una croce e ucciso, "tenebrae factae sunt", "si fece buio su tutta la terra" (Mc 15, 33).
Il ventesimo secolo, e anche questi primi anni del XXI, vedono in atto una battaglia apocalittica delle forze del male… che sarebbe troppo triste descrivere o anche solo evocare, ma che e’ sotto gli occhi di tutti…
Come in quella sera quando atrocemente sfigurato, pendeva da una croce, fuori dalle mura di Gerusalemme, il corpo esanime, di Gesù, il Cristo, così in queste tenebre che oggi avvolgono il mondo, pendono da innumerevoli croci sparse su tutta la terra, i corpi di innumerevoli martiri, discepoli di Gesù, il Cristo, che come il loro maestro, sepolti nella terra, sono seme di risurrezione, motivo di speranza, inizio di nuova vita, rivelazione della presenza vincitrice di Dio nella storia umana. Essi, infatti, con Cristo, come Cristo, hanno vinto.
Si, perché Dio, in Cristo, ha vinto e vince, non uccidendo ma morendo, non infliggendo ad altri dolore, ma subendolo, accogliendolo per amore in se stesso e, con l’amore, trasformandolo in vittoria: l’apparire nella storia umana di un amore più grande, l’aprirsi di orizzonti nuovi, l’emergere di altezze divine di grandezza, nobiltà, bellezza, felicità. E’ il mattino della Risurrezione. Dal sepolcro sorgono i martiri (cfr. Mt 27, 51-53) entrano nella città umana, rientrano nella storia, testimoni gloriosi e convincenti della rivelazione di Dio in Cristo. Dai loro sepolcri, dalla memoria viva di loro, risuscita,
rinasce la Vita. Essi parlano, con la forza della loro testimonianza, della potenza vincitrice di quell’amore che Cristo ha insegnato: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano" (Mt 5,44).
E’ la mattina di Pasqua! E’ l’inizio di una storia nuova… che sempre ad ogni morte di martire si rinnova. E’ luce mattutina che si diffonde, pervade e rinnova il mondo con il coraggio della speranza che dalle tenebre può sempre ancora risplendere la luce, dalla morte sgorgare la vita, dal dolore la gioia! Ancora noi, come le donne del mattino della prima Risurrezione, accorriamo ai loro sepolcri. Ma questi sono vuoti… Essi, i martiri,
con Cristo gia’ vivono e guidano la vera storia dell’umanità.
Davanti alle ecatombi tragiche non solo dei martiri testimoni della loro fede e dell’amore di Dio per il mondo, ma anche delle innumerevoli vittime innocenti di guerre, di forzate emigrazioni, della fame e dell’ incuria umana, non lo scoraggiamento, non la disperazione, non l’apatia o il disinteresse egoista, ma il coraggio della speranza, la speranza viva della risurrezione, la risurrezione vera della volonta’ di amare sono la risposta, l’eredita’, l’impegno sacro che ci vengono consegnati dai martiri.
Victimae paschali laudes immolent chistiani…
"Dopo queste cose vidi: ecco una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribu’, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani…
Uno degli Anziani allora si rivolse a me e disse: ‘Questi che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?’ Gli risposi: ‘Signore mio, tu lo sai.’ E lui: ‘Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio, e Colui che siede sul trono stendera’ la sua tenda sopra di loro
non avranno piu’ fame ne’ avranno piu’ sete,
non li colpira’ piu’ il sole ne’ arsura alcuna
perche’ l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sara’ il loro pastore
e li guidera’ alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciughera’ ogni lacrima dai loro occhi." (Apoc 7, 9-17)
|