Rinzai-Zen-Buddhismus, Japan
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Nel corso della storia, la religione è stata per gli esseri umani un argomento di tale importanza che non poteva non essere affrontato. Se le religioni del mondo sono arrivate fino a noi, è per aver affrontato le numerose problematiche e per aver sapientemente riflettuto su di esse. Le varie denominazioni religiose con numerosi fedeli non devono farsi sfuggire il seguente particolare. Ossia, che al giorno d’oggi è impensabile credere di poter salvare l’umanità solo con la propria religione. Così come per il cristianesimo, è divenuto necessario per tutti cercare una via costruttiva attraverso il dialogo e la reciproca comprensione tra le diverse religioni.
Il “Concilio Vaticano II”, indetto tra il 1962 e il 65, è stato esattamente questo. Successivamente al Concilio, ebbe inizio il dialogo tra le varie religioni in maniera molta attiva e, quando Paolo Giovanni II, di origine polacca, salì sul soglio pontificio, esso prese ancor più vigore.
Nel 1986, anno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato come “Anno Internazionale della Pace”, il papa disse che avrebbe voluto che tutti gli uomini rivolgessero l’attenzione al tema della “pace” e che si impegnassero per la sua realizzazione e aggiunse di voler invitare ad un “grande movimento di preghiera per la pace” non solo i cattolici, ma tutti i cristiani, quindi anche gli ortodossi e i protestanti compresi. In seguito, durante l’omelia fatta presso San Paolo fuori le mura a Roma, aggiunse che “avrebbe iniziato degli incontri per organizzare un incontro speciale ad Assisi per pregare per la pace con i rappresentanti di tutte le religioni cristiane e del mondo”, spiegando che Assisi, grazie alla purezza di San Francesco, è la città che simboleggia il concetto universale di fraternità e che tale incontro sarebbe stato indetto il 27 ottobre. L’obiettivo era riunire ad Assisi tutti i leaders delle religioni del mondo, affinché si pregasse insieme per la pace, ognuno secondo il proprio credo. E’ stato il papa stesso, fautore di questo incontro, ad indicare la strada “per pregare per la pace”. E’ inutile dire quanto questo incontro sia stato rivoluzionario.
Iniziare l’“Incontro Interreligioso di preghiera per la pace” fu un voto fatto da Papa Giovanni Paolo II. In questo modo i rappresentanti delle religioni del mondo si riunirono in un monastero di Assisi.
La Comunità di Sant’Egidio ha ereditato lo Spirito di Assisi nel tempo e per questo 26esimo incontro è stata scelta la città di Sarajevo.
Nel frattempo, l’11 settembre 2001 vi è stato l’attacco terroristico devastante a New York, in America, che ha comportato la distruzione di 2 grattacieli. Il 24 gennaio dell’anno successivo, il Papa invitò nuovamente i rappresentati religiosi ad Assisi.
In quell’occasione anch’io venni invitato all’incontro e vi partecipai. Abbiamo pregato affinché una tragedia del genere non si ripetesse mai più. Prima ancora di chiedermi cosa si potesse fare con la preghiera, mi sono accorto della preziosità della vera preghiera e come senza la preghiera non si possa fare nulla.
Noi abbiamo il dovere di portare avanti il dialogo affinché non venga dimenticato l’11 settembre e di pregare per la pace del mondo. Ho sentito dal profondo del cuore quanto sia importante quest’incontro per l’umanità che va oltre le differenze etniche, tra gli Stati e le religioni. Il canto che mi sovvenne in quel momento era “La primavera di questo mondo, in cui il sole, la luna, la terra brillano insieme di vita”.
Anche l’allora Zashu (n.d.t. abate) del Buddismo Tendai, il Rev. Etai YAMADA, ha voluto ereditare lo spirito di preghiera per la pace di Assisi e dall’anno successivo, ogni 4 di agosto, viene organizzato un incontro mondiale di preghiera per la pace presso il monte Hiei, considerato come culla del Buddismo giapponese. Quest’anno abbiamo celebrato il 25esimo incontro e il giorno precedente vi sono state sia la celebrazione che varie tavole rotonde presso la Kyoto International Conference Center. Il fatto che anche in Giappone si continui a trasmettere lo spirito della preghiera per la pace di Assisi è perché abbiamo il dovere e la responsabilità di tramandarlo anche alle generazioni future.
Vorrei concludere il mio discorso riportandovi la “Poesia Semplice” attribuita a San Francesco d’Assisi e che sta alla base del suo pensiero.
Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace.
Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore.
Dove è offesa, ch’io porti il Perdono.
Dove è discordia, ch’io porti l’Unione.
Dove è dubbio, ch’io porti la Fede.
Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza.
Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.
Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia.
Oh Maestro, fà che io non cerchi tanto:
Di esser consolato, quanto di consolare;
Di esser compreso, quanto di comprendere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché così è: donando che si riceve,
Perdonando, che si è perdonati, Morendo, che si resuscita a vita eterna.
Questo discorso è stato scritto il 2 agosto, mentre rientravo da un convegno interreligioso tenutosi in Messico, facendo scalo a San Francisco in America.
Vi ringrazio per l’ascolto.
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