In tanti hanno festeggiato il primo maggio presso l'oratorio salesiano del quartiere di San Salvario a Torino. Studenti della scuola di italiano, anziani, famiglie del quartiere, famiglie rom e tanti bambini hanno voluto rispondere con l'amicizia, l'incontro, la festa, alle difficoltà di questo momento di crisi.
Jamil, del Pakistan, ha ringraziato i maestri della scuola di italiano per aver fatto una grande scoperta: "Non solo noi non paghiamo nulla, ma neppure i maestri sono pagati eppure sono qualificati e in loro troviamo anche dei veri amici!" e poi "a scuola ci aiutiamo tra studenti di diversi paesi".
Mostafiz del Bangladesh ha voluto ricordare i lavoratori e le lavoratrici, oltre 400, vittime del terribile crollo di un palazzo a Dacca pochi giorni fa per chiedere di ascoltare il grido che viene dai paesi dove si lavora in condizioni disumane. Ha chiesto a tutti di ricordare, di non dimenticare e di pregare perchè questo non succeda più.
Maria, 83 anni, salernitana di nascita ma a Torino da 66 anni, anche lei immigrata ha raccontato la sua amicizia con le famiglie straniere vicine di casa. Per trovarla bisogna telefonare dopo le 9 di sera perchè prima è sempre ospite di una o dell'altra famiglia.
Nel suo saluto il parroco, Don Mauro, ha sottolineato l'importanza che in un tempo difficile in cui tanti hanno perso il lavoro o non riescono a trovarlo, gli uomini e le donne di fede, di ogni fede, abbiamo una forza in più per portare speranza attorno a sè.
La musica e i suoni di tanti paesi hanno risuonato nel quartiere facendo gustare la bellezza e la ricchezza della diversità. E alla fine non poteva mancare una merenda internazionale offerta dalle diverse comunità straniere. Davvero "vivere insieme è bello!"
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