Il sunnita libanese Mohammed Sammak, all’incontro di Sant’Egidio ad Anversa, prende una netta posizione contro chi “vuole dirottare l’Islam e prenderlo in ostaggio. Le azioni dell’Isis sono certamente un crimine contro cristiani e yazidi, ma anche contro gli stessi musulmani. Sono criminali con cui non si può dialogare, perché a chi dice che due più due fa cinque puoi spiegare il suo errore, ma se ti dice che fa settanta vuol dire che sta ragionando in un modo diverso da te e vuole solo distorcere la realtà”.
Per Sammak, membro del Forum Libanese per il Dialogo, che fu invitato speciale all’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente in Vaticano, “molti governi del Medio Oriente hanno violato i diritti dei loro cittadini e arabi, curdi, cristiani, sciiti e sunniti, nei diversi luoghi, sono stati perseguitati. I popoli di questa nostra terra non hanno ancora avuto il loro Gandhi o il loro Mandela, ma la globalizzazione è positiva, perché comunque li espone all’influsso di simili personalità, ed anche se occorrerà del tempo giungeremo alla mutua accettazione dell’altro, perché “solo in questo risiede il segreto di una umanità finalmente riconciliata”, ha concluso citando Giovanni Paolo II.
Per approfondire:
PANEL 3: Credenti e umanisti nel mondo della globalizzazione
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