Circa 800 donne ogni giorno nel mondo perdono lavita per le complicanze di un parto o una gravidanza. Nel 2010, 300mila madri sono morte nel corso del parto o subito dopo. Le cause sono le infezioni, ma soprattutto l'Hiv. Dal 2002 la Comunità di Sant'Egidio sta lottando per arginare questo fenomeno con il programma «Dream» che prevede, in alcuni Paesi africani, la somministrazione di farmaci anti-retrovirali e l'assistenza alle donne in gravidanza e nel periodo successivo al parto. Da quest'anno sostiene il programma anche l'azienda farmaceutica Msd che, ieri mattina nella sede di Sant'Egidio a Trastevere, ha lanciato il progetto «Msd for Mothers».
È possibile che in pocchi anni si arrivi alla morte di tre milioni di madri. Lo scopo di «Msd for Mothers» è ridurre la mortalità materna entro il 2015 del 75%. «Non è più possibile accettare questa tragedia che si consuma nell'ombra - spiega Pierluigi Antonelli, presidente e ad di Msd Italia - Ecco perché abbiamo previsto un investimento di 500 milioni di dollari in dieci anni in alcuni Paesi dell'Africa e dell'Asia del sud». «Servono cure appropriate. Solo la metà dei bambini infettati raggiungono il secondo anno di vita», aggiunge il direttore scientifico del programma "Dream", Leonardo Palombi.
Dal 2002 in dieci paesi dell'Africa sono stati aperti 38 centri di cura e 201 laboratori dove lavorano centinaia di persone tra medici e infermieri. «Siamo partiti dal Mozambico, per poi arrivare in Tanzania, Nigeria e Camerun - racconta Paola Germano, direttore esecutivo di "Dream" - Salvare la vita di madri e figli è il nostro obiettivo. Ora possiamo ampliare il programma, anche grazie ad un accordo con il ministero della Sanità del Mozambico, coinvolgendo le strutture sanitarie pubbliche». Alla presentazione, oltre all'ambasciatore del Mozambico Carla Elisa Mucavi, c'era anche Cacilda Isabel Massango, 36enne del Mozambico che ha beneficiato del programma «Dream». «Ho scoperto di essere sieropositiva nel 2002 dopo la nascita di mia figlia. Anche la mia piccola era malata. Con Dream ho ricominciato a sperare».