| 10 Marsch 2013 |
LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI PER DARE PU' FORZA ALL`ANNUNCIO
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Una Chiesa sempre più al servizio del Vangelo |
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Il portone del palazzo di Castel Gandolfo si è chiuso: è il segnale della fine del pontificato con una simbologia inedita. In realtà ogni fine di pontificato aveva un passaggio decisivo nel dolore per la scomparsa del Papa.
Quando morì Giovanni Paolo II, Papa per più di un quarto di secolo, il senso di vuoto fu grande, anche per gli stessi cardinali. Ricordo i sentimenti di quei momenti.
Una generazione aveva conosciuto solo Karol Wojtyla come Pontefice che, agli occhi di tanti, incarnava il Papa. Come era possibile trovarne un altro come lui? La scelta dei cardinali non fu replicare il Pontefice scomparso, ma individuarne uno, Joseph Ratzinger, non lontano da lui. Infatti Benedetto XVI ha solo sette anni meno del suo predecessore e ne è stato uno stretto collaboratore per quasi tutto il pontificato.
Con un carattere diverso, Ratzinger rappresentava la linea della continuità e dell`approfondimento del pontificato wojtyliano. Tra i cardinali ci fu, allora, chi pensava a un Papa d`altro genere, caratterizzato dall`origine latinoamericana. Ma la scelta fu per Ratzinger, non perché europeo, ma per le sue caratteristiche peculiari. Oggi lo scenario è diverso. C`è incertezza tra i fedeli per il fatto nuovo della rinuncia.
Ma Benedetto XVI, netta sua ultima udienza generale, ha molto insistito sulla "fiducia" nel futuro della Chiesa. Infatti, siamo in un tempo incline al pessimismo, soprattutto in Europa, probabilmente per la crisi economica che stiamo vivendo. Del resto anche la Chiesa sembra meno credibile: basterebbe pensare alle vicende vaticane di Vatileaks e del domestico infedele del Papa. Però il maggiore problema della Chiesa non sono tanto questi scandali (che forse ci sono stati varie volte nella sua storia anche recente, essendo un`istituzione umana); la grande questione è lo slancio della Chiesa nel suo servizio al Vangelo nel mondo contemporaneo.
Benedetto XVI si è ritirato perché gli mancavano le forze necessarie a ridare alla Chiesa un nuovo slancio. Non avrebbe potuto compiere i
viaggi apostolici, parte integrante del suo ministero, come in Brasile per le Gmg. Non gli manca la lucidità (come ha ampiamente mostrato),
quanto la vigoria per aiutare la Chiesa a evangelizzare con entusiasmo le donne e gli uomini contemporanei.
Infatti, nel cuore del XXI secolo, in un quadro di globalizzazione inoltrata, c`è un`evangelizzazione da riprendere e una riforma da operare per rendere la Chiesa più adatta a compiere la sua missione. Ma Benedetto XVI non si è ritirato sfiduciato e deluso, come un uomo che non ce la fa più di fronte a una macchina inceppata. È una personalità troppo responsabile per fuggire: anzi sarebbe restato, se la situazione fosse stata questa. Ha rinunziato al papato, perché ha fiducia che nella Chiesa ci sia un uomo che possa guidarla con più forze di lui. La rinunzia, anche se dolorosa, è un atto dì fiducia nella Chiesa.
Andrea Riccardi
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