| 17 Août 2017 |
Terza età! La Comunità di sant'Egidio apre la sede di borgo Santa Caterina |
Anziani, in compagnia è meglio |
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Un pranzo in compagnia nel giorno di Ferragosto, per vincere la solitudine e vivere un momento di festa assieme agli anziani soli della città.
Ha riscosso un buon successo il pranzo per anziani organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nella propria sede di borgo Santa Caterina. I rinnovati locali - che saranno inaugurati a settembre grazie al fondamentale contributo della Fondazione Cariparma - hanno ospitato una trentina di persone anziane, in gran parte provenienti dalla comunità alloggio XXV Aprile, che altrimenti avrebbero trascorso nella solitudine la giornata di Ferragosto. A servirli tanti giovani, appartenenti a vari credo religiosi, ma uniti dal desiderio di aiutare il prossimo.
Tra i presenti anche il vescovo Enrico Solmi, che ha rivolto un breve saluto ai presenti.
«E' la prima volta che organizziamo un pranzo a Ferragosto-spiega Bruno Scaltriti (Comunità di Sant'Egidio)-ma siamo soddisfatti della risposta ricevuta e contiamo di ripetere l'iniziativa anche l'anno prossimo. Si tratta di un segnale positivo per la città, di un'opportunità per chi rischia di trascorre da solo questa festa».
«Il problema principale di molti anziani - prosegue - è quello della solitudine. La nostra sfida è quella di aiutarli a vincerla vivendo assieme il maggior numero di momenti possibile».
Per la prima volta sono stati usati i locali che si trovano a fianco della chiesa di Santa Caterina. «La ristrutturazione di questi spazi è appena terminata - precisa Scaltriti - e contiamo di inaugurarli a settembre. Per l'occasione desidero ringraziare la Fondazione Cariparma per il fondamentale contributo che ci ha concesso».
Il pranzo di Ferragosto rappresenta una novità per la Comunità di Sant'Egidio. L'appuntamento natalizio rappresenta infatti il momento culminante del lavoro portato avanti durante tutto l'anno. «Il pranzo è pensato seguendo l'invito di Papa Francesco di uscire nelle periferie - rimarcano i promotori dell'evento - Ci sono persone senza lavoro, anziani, bambini e famiglie. Persone che si trovano in difficoltà economica, ma che cercano anche risposte più profonde di senso. Questi momenti dimostrano come i rapporti umani siano più forti della crisi economica». Il fine dell'iniziativa è quello di sottolineare il valore della gratuità, ma anche che una convivenza con tutti i popoli è possibile.
«Il pranzo è aperto a tutti -concludono gli organizzatori - e si respira sempre una grande voglia di stare assieme».
LM.
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