| 1 Décembre 2017 |
Società |
Capitale dei poveri |
La povertà a Roma e in Italia secondo i rapporti pubblicati quest'anno dalla Caritas e dall'Istat |
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Il rapporto della Caritas "La povertà a Roma: punto di vista" è stato pubblicato in occasione della giornata mondiale dei poveri che la Chiesa cattolica ha celebrato il 19 novembre. Nella città eterna 16mila persone vivono nella miseria più assoluta.
Alcuni hanno ancora una casa ma non hanno più risorse finanziarie. La maggior parte sono senzatetto. La sera si rifugiano sotto le arcate della grande stazione Ostiense, nei tunnel stradali o a San Pietro, sotto il colonnato di Bernini, con cartoni, coperte e sacchi a pelo.
Agostino Ferracci è felice di esserne uscito. È un infermiere che da quando aveva 54 anni ha vissuto per cinque anni in strada. "Una vita infernale", racconta. In poco tempo si è trovato senza mezzi di sostentamento: "All'inizio mi hanno ospitato alcuni amici, ma nel giro di poco tempo sono stato costretto ad arrangiarmi da solo con il poco che avevo. Ero disperato". Alla comunità cattolica di Sant'Egidio ha trovato "una minestra, il calore umano e la forza per continuare a vivere". Poi una famiglia lo ha incaricato di occuparsi di un parente cieco. "Ho ritrovato la mia dignità", racconta. Agostino però ce l'ha con i servizi sociali che, afferma, non hanno fatto nulla per ascoltarlo o per venirgli incontro: "Lo stato ci ha abbandonati".
La crisi economica ha colpito duramente gli strati più poveri della popolazione italiana. Secondo la Caritas, in Italia vivono 4,7 milioni di poveri: "È una cifra relativamente stabile rispetto al 2016, ma che tra il 2012 e il 2015 è raddoppiata".
La povertà ha cambiato volto. Un tempo riguardava soprattutto le persone più anziane, ma la crisi ha fatto emergere una forte proporzione di poveri in età da lavoro. Di questi 4,7 milioni di poveri, "tra i 600mila e i 700mila hanno più di 65 anni, un milione sono giovani adulti e tre milioni sono persone attive che hanno perso il lavoro", spiga Enrico Giovannini, ex ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Secondo l'Istat il 7,6 per cento degli italiani vive in una condizione di povertà assoluta e il 28,7 per cento è a rischio di povertà ed esclusione sociale. "L'Italia è il paese europeo in cui le disuguaglianze di reddito sono più forti", sottolinea l'Istat nel suo rapporto annuale. A Roma il 45 per cento degli indigenti sono italiani. Un terzo di loro ha un diploma di scuola superiore. "Fino a non molto tempo fa erano in grado di condurre un'esistenza dignitosa sotto il profilo economico. Sono finiti in strada dopo un licenziamento, una malattia grave, una separazione", sottolinea la Caritas.
Il pil cresce troppo poco
"Il vero dramma è quando si perde la famiglia", fa notare Guglielmo Tuccimei, volontario di Sant'Egidio. Separazioni, morti, allontanamento forzato rappresentano le varie tappe del decadimento. Sul piazzale della stazione Tiburtina, a Roma, i migranti gambiani, nigeriani, somali o romeni, aspettano la distribuzione di pasti della Caritas. Per i musulmani è prevista una distribuzione a parte di panini senza carne di maiale. Accanto ci sono gli italiani: donne di una certa età e uomini dal volto tirato. "Per assorbire questa massa enorme di poveri sarebbe necessaria una crescita economica del 3 o del 4 per cento all'anno, per diversi anni di fila. Ma siamo lontani", osserva Giovannini. Per il 2017 l'aumento del pil è dell'1,5 per cento.
Nel 2015, quando era ministro, Giovannini aveva istituito un sostegno per l'inserimento attivo, diventato poi reddito di inserimento, che quest'anno dispone di un finanziamento di un miliardo di euro. È un primo passo verso la creazione di un vero reddito minimo garantito, da sempre assente in Italia.
Richard Heuzé
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