Roma | 27 Dicembre 2015 |
Sant'Egidio, pranzo in chiesa in compagnia del Cardinale |
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NAPOLI. Aiutare creando un concreto momento di condivisione e donando un sorriso a chi ne ha bisogno: anche quest'anno la Comunità di Sant'Egidio ha fortemente voluto e promosso i pranzi di Natale, occasioni che aiutano centinaia di persone in difficoltà che possono condividere così con altri individui un pasto caldo e alcune ore di gioia. Nel giorno di Natale, sono state quattro le chiese del centro storico partenopeo interessate alle iniziative, vale a dire Severino e Sossio, San Nicola al Nilo, San Giovanni Maggiore e San Paolo Maggiore.
In particolare, al pranzo iniziato alle 13 di Natale a Santissimi Severino e Sossio è intervenuto il cardinale Crescenzio Sepe, per il quale l'evento «si unisce all'invito meraviglioso fatto dal Papa di ricevere la misericordia di Dio e di trasmetterla agli altri, di non voltarci dall'altra parte se c'è qualcuno in difficoltà ed è importante ciò che fa da anni la Comunità nell'aprire le porte della Chiesa ai più bisognosi».
Al pranzo, che come menu prevedeva un antipasto, pasta al forno, carne con patate e piselli poi frutta e dolce, hanno partecipato più di cinquecento persone in difficoltà, quali anziani soli, senza dimora e rifugiati, servite da decine di volontari. Alla fine del pranzo, il cardinale Sepe ha presieduto la cerimonia dello stappo dello spumante con l'entrata di un Babbo Natale che ha distribuito ai presenti numerosi regali.
«Il dono è simbolo di qualcosa che viene dato per solidarietà, per aiutare, per rendere felice il prossimo - spiega Antonio Mattone, portavoce della Comunità di Sant'Egidio in Campania - e cerchiamo di donare anche in base al bisogno, tipo ai senza fissa dimora è impotante regalare maglioni e scarpe. E un pranzo di una famiglia allargata - chiosa - e come in tutte le famiglie ognuno ha un nome e una storia, ognuno ha un posto a tavola e un regalo».
La Comunità di Sant'Egidio organizza importanti eventi da anni, ma ognuno di noi può fare qualcosa «poiché tutti noi - conclude Antonio Mattone - abbiamo nelle vicinanze una persona in difficoltà, allora dobbiamo mettere in moto la solidarietà, non essere indifferenti, tutti noi possiamo invitare un bisognoso alla propria tavola di Natale, anche solo una parola di conforto può essere un grande aiuto»
Emilia Sensale
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