Una delegazione della Comunità di Sant'Egidio ha partecipato al Congresso Panafricano dei Laici Cattolici organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici dal titolo «Essere testimoni di Gesù Cristo in Africa oggi “Sale della terra... Luce del mondo" (Mt 5,13-14)» che si è tenuto a Yaoundé (Camerun) dal 4 al 9 settembre.
Al Congresso erano presenti più di 300 rappresentanti di tutte le Conferenze Episcopali dell'Africa Sub-Sahariana e di movimenti ecclesiali e nuove Comunità presenti nel Continente. Particolarmente significativa è stata la presenza dei delegati dei movimenti ecclesiali che rappresentavano più della metà dei congressisti. Il card. Rylko presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, a tal proposito, ha detto nella sua relazione conclusiva che : « la Chiesa in Africa non potrà trarre che beneficio dalla valorizzazione di questi nuovi carismi e da una apertura sempre maggiore a questo segno prezioso della speranza di cui tanto ha bisogno”
Kpakilè Felemou, della Comunità di Sant'Egidio di Conakry, ha moderato la discussione nei quattro giorni di dibattito.
Nel suo intervento a nome della Comunità, Celestin Twizere ha parlato del dialogo ecumenico ed interreligioso ricordando che negli stessi giorni si svolgeva a Sarajevo l'incontro « Vivere insieme è il futuro» e sottolineando come, ad esempio in Costa d'Avorio, l'amicizia con i rappresentanti di altre fedi sia stata una preziosa risorsa di pace ed abbia consentito in alcune situazioni di evitare l'attacco ad alcune chiese di Abidjan. Twizere ha inoltre ricordato il patriarca della chiesa etiope Paulos, di recente scomparso, che è stato uno dei protagonisti del dialogo ecumenico in Africa negli ultimi decenni.
Queen Saidi, della Comunità di Sant'Egidio di Dar es Salam, intervenendo a proposito del ruolo dei laici nella promozione della pace e della riconciliazione, ha ricordato il ventesimo anniversario della firma della pace in Mozambico spiegando come quell'evento sia stato una benedizione anche per tutti i paesi della regione.
Yolande Mougang, di Douala, ha mostrato come il servizio delle comunità africane sia in molti casi una risposta di speranza di fronte a situazioni di povertà e di abbandono.
Nel messaggio conclusivo indirizzato a tutti i laici africani, letto da Celestin Twizere, si invitano i cristiani del continente ad essere: «minoranze creative per dare sapore alle nostre società ed illuminare le nostre culture con la luce della Parola di Dio”.
Nel messaggio si parla inoltre della difficile situazione che alcuni cristiani vivono in Africa e della violenza diffusa che colpisce le grandi città: “Di fronte a tutto ciò vogliamo affermare ancora una volta che la violenza non è mai una risposta, che vivere insieme e il dialogo sono sempre possibili e necessari».
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