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Il Nuovo Giornale

22 Mai 2015

#FREE2PRAY", LIBERI DI PREGARE / L'invito della Cei per la solennità di Pentecoste

Non dimentichiamo i cristiani perseguitati

 
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La Chiesa della Siria sta morendo piano piano. La maggior parte dei cristiani che ancora vivono nel Paese si trovano a Damasco, dove sentono un po' di sicurezza essendo la capitale ed ancora tra le mani del governo. I bisogni sono tanti ma proprio tanti. Proprio ieri mi ha chiamato un'amica chiedendomi un aiuto per una signora che ha un tumore al seno e deve essere operata: il costo non è tanto alto, 250 euro, ma non può affrontarlo".
Da una parte l'avanzata dello Stato islamico, dall'altra l'embargo che ha messo in ginocchio la popolazione: sono parole cariche di sofferenza quelle che da Damasco, Siria, arrivano da Samaan Daoud, volto noto ai piacentini. Ha accompagnato in tanti pellegrinaggi come guida i parrocchiani della Santissima Trinità ed è stato ospite nei mesi scorsi in città per fare il punto sulla situazione dello Stato mediorientale da quattro anni in preda alla guerra civile. Ora Samaan - sposato, due figli, studi dai Salesiani a Valdocco - si occupa con la ong Avsi di aiutare i connazionali nelle loro necessità materiali. Ci parla delle "Suore del Buon Pastore" che si adoperano per tutti, cristiani e non. Finora anche lui ha lottato, si è prodigato in progetti all'insegna dell'«aiutateci a restare». Ma adesso non nasconde la dura verità: la presenza cristiana in Siria è ormai dimezzata, in fuga dall'Is che guadagna posizioni ad Aleppo e nella zona della Mesopotamia (Al-Hasaka e Qamishli). "Insomma se chiedi a qualsiasi cristiano in Siria «cosa desideri di fare?», ti risponde: «Voglio andare via da qui»".
Un dramma ignorato
Siria. Ma anche Iraq, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan, Corea del Nord, Pakistan, India e Cina. La persecuzione dei cristiani e delle minoranze religiose nel mondo sta conoscendo un'escalation. Eppure il silenzio - infranto da alcuni episodi eclatanti, come l'uccisione dei dodici cristiani copti da parte dei fanatici dell'Is divulgata con uno dei soliti video del terrore - continua ad avvolgere la tragedia quotidiana vissuta da milioni di persone i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematicamente violati.
"Questa situazione ci interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle": questa la motivazione che ha spinto la Conferenza episcopale italiana a dedicare la veglia di Pentecoste, sabato 23 maggio, alla preghiera per i martiri del nostro tempo.
A Piacenza il Vescovo ha diffuso un messaggio alle parrocchie, con un'intenzione di preghiera da utilizzare per le messe di domenica 24 maggio. A Piacenza si pregherà per i cristiani perseguitati alla Veglia di Pentecoste in S. Rita e San Raimondo; anche le comunità neocatecumenali vivranno la Veglia in cui pregheranno per i cristiani che soffrono persecuzione.
All'Asia la maglia nera
Il Rapporto sulla libertà religiosa di "Aiuto alla Chiesa che soffre" registra limitazioni a tale fondamentale diritto in 116 dei 196 Paesi presi in esame. I cristiani sono il gruppo religioso maggiormente perseguitato. Il primato negativo va all'Asia. Negli Stati in cui vi è una religione di maggioranza si riscontra un incremento del fondamentalismo, non solo islamico, ma anche indù e buddista, che porta il gruppo dominante a vessare le minoranze, imponendo la sharia o approvando norme restrittive, quali la legge antiblasfemia (pensiamo al caso di Asia Bibi in Pakistan, la donna accusata di aver offeso il Corano che è in cella da oltre cinque anni). In Africa preoccupa la crescita di Al Quaeda nel Maghreb, di Boko Haram e al Shabaab; i casi di intolleranza religiosa stanno aumentando in Egitto, Libia, Sudan. In 6 Paesi considerati ad "elevato grado di violazione della libertà religiosa" è l'azione di regimi autoritari a creare il terreno per la persecuzione: Azerbaigian, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea, Uzbekistan.
Il Rapporto non trascura nemmeno l'Occidente, rilevando la crescita dell'intolleranza religiosa e dell'«ateismo aggressivo» in Europa, che spesso si manifesta sul fronte del mancato diritto all'obiezione di coscienza. In America Latina gli ostacoli sono quasi sempre causati dalle politiche di regimi apertamente laicisti o atei, come quelli del Venezuela e dell'Ecuador.
Cosa fare?
Preghiera. Sensibilizzazione. Solidarietà. Le vie per aiutare i cristiani perseguitati non mancano. "Aiuto alla Chiesa che soffre" è impegnata a sostenere i rifugiati cristiani iracheni e sta lavorando a un centro che accolga in Nigeria chi scappa dai Boko Haram. Caritas Italiana collabora con Caritas in Iraq, Libano e Turchia. Fondazione Avsi prosegue nelle iniziative di accoglienza per i profughi siriani in Libano e Giordania. "#Aleppodeve vivere" è l'hastag lanciato dalla Comunità di Sant'Egidio per tenere desta l'attenzione sulla città martire in Siria, dove da millenni cristiani e musulmani vivevano in pace. L'appello è affinché la comunità internazionale predisponga corridoi umanitari e rifornimenti per i civili, tratti la fine dei combattimenti e crei una forza d'interposizione Onu, una sorta di "Aleppo città aperta". Ma, mentre il mondo nicchia, si continua a morire.


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