change language
sei in: home - rassegna stampa newslettercontattilink

Sostieni la Comunità

  
22 Febbraio 2010

L’esigenza di una solidarietà globale

HAITI INDICA LA VIA AL NUOVO SECOLO

 
versione stampabile
Nel 2000, al passaggio del millennio, qualcuno sognò il futuro con il brivido dell’utopia. Oggi, in pieno secolo XXI, non si vedono troppe novità. Abbiamo imparato a parlare del Novecento come del «secolo scorso» (fino a ieri lo si diceva per l’Ottocento). Ma come si prospetta il 2000? Proviamo a guardare al decennio passato. Non è facile. Siamo in una stagione abbagliata dalle luci cangianti della cronaca, in cui si fatica a capire il nostro tempo. In passato si è abusato della retorica dei fatti storici, oggi sembra invece che la nostra cronaca tumultuosa non riesca a spiegarsi come storia. Così si fa fatica a capire gli anni vissuti.
Lo storico Eric Hobsbawn parlava del Novecento come del secolo breve tra il 1917 e il 1989. Il 2000 sarebbe cominciato presto. Il XXI secolo in realtà è iniziato quasi giusto. La sua drammatica apertura è stata l’11 settembre 2001, quando il terribile attentato a New York ha mostrato la forza dell’islamismo terrorista. Si confermava la diffusa teoria che la storia fosse fatta dello scontro epocale di civiltà e religioni. Questa visione ha ispirato o spiegato politiche e conflitti. E il terrorismo globale giocava le sue carte proprio sulla logica dello scontro. Tutto appariva semplice e drammatico: bisognava attrezzarsi a combattere.
Le identità (di tutti i tipi) sono stati rifugi per donne e uomini spaesati di fronte a un mondo smisurato. La gente sentiva il freddo di una vastità quasi siderale e si rivestiva di identità antiche e rinnovate. Si sono moltiplicati gli antagonismi. Gli Stati nazionali hanno sofferto anche delle correnti di una globalizzazione invadente. I primi dieci anni del 2000 hanno mutato gli Stati più di quanto non si dica. Anche l’Italia. Le società sono divenute non facilmente componibili in una sintesi. Stenta il decollo di forti leadership nazionali. È difficile una leadership non congiunturale senza una visione, che si forgia anche nella lettura del passato.
Lo scontro tra civiltà vuol spiegare un universo complesso, senza Occidente né Oriente, i punti cardinali di quasi mezzo secolo di guerra fredda. Due mesi dopo l’11 settembre, l’11 novembre 2001, la Cina entrava nel Wto, l’organizzazione internazionale del commercio. Pochi ne hanno scritto, ma l’evento è epocale: rivela l’ascesa economico-politica della Cina, il G2, l’eclissi dei tradizionali grandi. L’Occidente è ridimensionato, mentre i Paesi europei vanno indietro e l’Unione stenta. Però, fino alla recente crisi economica, al di là dei conflitti e degli spostamenti di potenza, si è sperato molto nella natura buona, quasi provvidenziale, del mercato globalizzato, che doveva portare tutti ai lidi della democrazia e dello sviluppo.
Un evento tragico ha segnato l’inizio del secondo decennio del 2000: 35 secondi di terremoto ad Haiti, il 13 gennaio 2010. Lo tsunami del 2004 aveva fatto circa 230 mila morti, in vari Paesi dell’Oceano Indiano, suscitando un’ondata di solidarietà (parecchi occidentali conoscevano le regioni colpite). I morti sono di più ad Haiti, concentrati in una parte di questo poverissimo Paese. Tutti abbiamo visto le immagini della tragedia. Nel nostro Paese non c’è stata però l’impennata di solidarietà di altri momenti. Haiti è lontana. Aiutarla è complesso. C’è un senso di impotenza misto alla sensazione che le tragedie sono troppe.
La reazione americana, malgrado talune polemiche, è stata pronta e generosa. Va colto il segnale degli Stati Uniti (esprime una visione positiva e partecipata della globalizzazione): l’evento di Haiti chiede una solidarietà larga. Dove andranno e che faranno i tre milioni di haitiani colpiti? Si scopre un’incredibile interdipendenza, per cui il dramma del mio vicino è un po’ il mio dramma. A questa realtà non corrispondono né visioni né politiche.
Non sarà proprio il 13 gennaio 2010 a offrire una chiave per leggere il passaggio di decennio? Indica infatti agli Stati la necessità di una politica estroversa e generosa, di una solidarietà da costruire nel mondo globalizzato: l’interdipendenza dei popoli chiede una visione dell’interesse comune e domanda scelte agli Stati. La grande tragedia di Haiti non può essere archiviata come un’emergenza, ma dev’essere un evento che inquieta e prospetta una via.

 LEGGI ANCHE
• NEWS
11 Gennaio 2018
MALAWI

Vestiti nuovi per 160.000 bambini in Malawi

IT | ES | DE | FR | PT | NL | HU
22 Dicembre 2017
BANGLADESH

Non dimentichiamo il popolo rohingya: la seconda missione di Sant'Egidio nei campi profughi

IT | ES | DE | FR | PT | CA | NL
14 Dicembre 2017
LIBIA

Libia: aiuti umanitari agli ospedali della regione del Fezzan

IT | ES | DE | FR | NL
29 Novembre 2017

In partenza una nuova missione di Sant'Egidio nei campi dei rohingya in Bangladesh

IT | ES | DE | FR | PT | CA | NL | ID | PL
7 Novembre 2017
BANGLADESH

I primi aiuti di Sant'Egidio per i profughi rohingya arrivano nei campi in Bangladesh

IT | ES | DE | FR | CA | NL | RU
21 Settembre 2017
MESSICO

Terremoto in Messico: i primi aiuti della Comunità di Sant'Egidio

IT | ES | DE | FR | CA
tutte le news
• STAMPA
25 Novembre 2017
La Vanguardia

La Comunidad de San Egidio se vuelca con los rohinyá mientras se espera al Papa

14 Novembre 2017
Radio Vaticana

Viaggio tra i profughi Rohingya, fuggiti dal Myanmar

23 Agosto 2017
Domradio.de

"Franziskus kann für Umdenken sorgen"

21 Maggio 2017
Corriere della Sera

Ivanka vedrà il Pontefice e poi andrà a Sant'Egidio

16 Novembre 2016
Münstersche Zeitung

"Grazie mille, Papa Francesco"

2 Novembre 2016
Il Sole 24 ore - Sanità

Connessi al Centrafrica

tutta la rassegna stampa
• DOCUMENTI

Libia: L'accordo umanitario per il Fezzan firmato a Sant'Egidio il 16 giugno 2016

Jean Asselborn

Discours du Vice-Premier ministre, ministre des Affaires étrangères Grand-Duché de Luxembourg Jean ASSELBORN

Matteo Zuppi

Dieci anni della Comunità di Sant’Egidio con l’Albania: Intervento di Don Matteo Zuppi

Piero Bestaggini

Progetto AIDS in Mozambico: un programma per il rafforzamento generale della sanità e per la lotta all'AIDS. Relazione di Piero Bestaggini

Maria De Giorgi

Bound to Live Together Religioni e culture in dialogo di Maria De Giorgi

tutti i documenti

FOTO

573 visite

621 visite

503 visite

594 visite

186 visite
tutta i media correlati