Solo poche immagini delle terribili alluvioni che hanno colpito il Centro America sono filtrate oltreoceano. Ma la situazione di queste poplazioni, già povere, è veramente drammatica.
Le Comunità di Sant’Egidio dell'America Centrale sono impegnate a portare soccorsi alle popolazioni colpite.
In Honduras, da Tegucigalpa sono state raggiunte alcune località, che hanno subito la violenza delle inondazioni, per distribuire cibo e indumenti, raccolti grazie alal collaborazione con alcune parrocchie del centro della capitale, come quella di San Juan Bautista e di Santa Clara e nel quartiere di Miraflores, come anche fuori dai supermercati e all’università.
Nel municipio di Playa grande, nella zona sud di Nacaome valle, dove vivono 60.000 persone, il fiume ha invaso i villaggi e la gente è stata evacuata con le canoe dalla Croce Rossa. Ci sono gravi danni per l’agricoltura e gli allevamenti di gamberi e la pesca; si tratta di gente già molto povera che ha perso il poco che aveva.
C’è tristezza e sconforto e tanti, che hanno perso tutto, vorrebbero andare a vivere altrove. Ora piove di meno, ma ci si confronta con il triste bilancio dei morti (18 persone) e dei circa 60.000 “desplazados”, senza tetto; alcune località sono ancora isolate per la distruzione delle strade.
“Arrivando nella zona di Nacaome Valle y Costa de los Amates – racconta Arleni Mejia - ci rendiamo conto che non hanno ancora ricevuto nessun aiuto, c’è bisogno di cibo. La gente ci ha ricevuto con gioia, disciplinata e sorpresa per la solidarietà inaspettata. Molti colleghi e amici hanno collaborato con la Comunità nella raccolta ed eravamo accompagnati da tre medici volontari con una piccola farmacia di primo soccorso”.
Già nel 1998 l’uragano Mitch aveva lasciato in Honduras, nella sua scia di dolore, 5.657 morti e 8.058 dispersi, mentre 285.000 persone hanno perso la casa.
Questa nuovo disastro colpisce nuovamente le stesse zone rurali molto povere e provate dalle calamità naturali e dal mancato sviluppo sociale.
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