| 16 Desembre 2015 |
Oggi la Caritas, domani i parroci Il tour del «nuovo inizio» di Zuppi |
L'arcivescovo non si ferma: a cena tra le ragazze di Santa Caterina |
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RITORNATO per un giorno a Roma per partecipare alla commissione della Cei che si occupa di ecumenismo, già oggi monsignor Matteo Maria Zuppi prosegue nella sua full immersion alla scoperta della arcidiocesi di Bologna. Nel pomeriggio tocca agli ospiti della Mensa di Fraternità della Caritas: è dal 1977, anno in cui fu creata dal Cardinal Antonio Poma la fondazione San Petronio, che con l'arrivo del Natale il vescovo si reca in visita alla struttura che si occupa di offrire un ristoro e una pausa di serenità a chi vive la difficile situazione dell'emarginazione. Una condizione che interessa sempre di più i padri separati impossibilitati nel mantenere gli impegni economici imposti dalle sentenze di separazione o di divorzio.
RIPERCORRENDO la storia del prelato romano, verrebbe da dire che durante questo incontro rivisiterà quelle che per lui sono state le tappe importanti della sua vocazione: dalla creazione della scuola popolare nelle baraccopoli della Capitale al lavoro nelle mense dei poveri organizzate dalla Comunità di Sant'Egidio. Tra la celebrazione della Santa Messa (alle 16.30) alla cena con gli ospiti (alle 18), si svolgerà un'altra visita alla Casa di Accoglienza Santa Caterina Labouré, una struttura gestita dalle suore vincenziane, che si occupa di sostenere ragazze straniere in difficoltà, insegnando loro la lingua italiana e accompagnandole nel difficile ingresso nel mondo del lavoro.
FIN dal giorno della sua nomina, Zuppi ha evidenziato come un cristiano non possa rimanere indifferente o addirittura evitare il contatto con chi è nella sofferenza, concetti ribaditi nel momento in cui ha preso possesso della diocesi e non perde occasione per spiegare ai bolognesi che questa è la via da seguire durante il Giubileo della Misericordia. Domani mattina in seminario, invece, l'atteso incontro con i sacerdoti della diocesi. Durante la tre giorni del clero era stato presentato un documento in cui i preti lamentavano una certa solitudine e una certa distanza con i vertici dell'arcidiocesi e auspicavano che il nuovo vescovo fosse un po' più vicino al loro quotidiano. Quando quelle pagine vennero rese pubbliche, gli stessi sacerdoti dissero che quelle pagine erano state mal interpretate e che non si voleva puntare il dito sull'opera di Caffarra, da molto sentito come un vero pastore, e che la richiesta riguardava solo una nuova modalità di comunicazione. Anche a loro Zuppi chiederà un «nuovo inizio» per avvicinare le parrocchie alle persone che ne abitano il territorio e magari non le frequentano.
Massimo Selleri
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