| 18 Settembre 2015 |
Antonio Ferrari / Contromano |
Quell'accoglienza di Milano al Binario 21 |
La città ha dato, con forte anticipo, un concreto esempio di solidarietà, su iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, aprendo le porte di un luogo simbolo |
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Ora che l'Unione europea, sconvolta dalle immagini del piccolo siriano Aylan Kurdi, che con la sua morte su una spiaggia della Turchia ha schiaffeggiato l'indifferenza dì un intero continente, ha deciso di aprire le porte ai migranti, tutto sembra più facile. L'emergenza sí è come attenuata, e la corta memoria di un passato prossimo, cioè di pochi mesi fa, si è praticamente appannata, fino a spegnersi. Eppure Milano ha dato con forte anticipo un concreto esempio di solidarietà, e proprio nel luogo simbolo della passata indifferenza, come è scritto a caratteri cubitali (una denuncia voluta dalla sopravvissuta ai lager Liliana Segre) all'ingresso del Binario 21 della Stazione Centrale, da dove partivano i treni diretti ai campi di sterminio nazisti di Auschwitz e Birkenau.
Quando cominciò l'emergenza dei profughi, appunto pochi mesi fa, Milano accolse, con un doppio atteggiamento, generosità e fastidio, i disperati che fuggivano dalle guerre, sistemandoli alla meglio all'entrata principale dello scalo ferroviario più grande del nord Italia. Forse dimenticando, o fingendo di dimenticare che a poche decine di metri di distanza, oltre settant'anni fa, altri disperati non cercavano protezione ma venivano costretti a salire sui vagoni destinati al bestiame per il viaggio verso la morte.
La Comunità di Sant'Egidio, che da decenni ha sensibilizzato Milano sull'importanza simbolica del binario 21 si è subito attivata, con il decisivo aiuto della Fondazione del Memoriale e della Comunità ebraica, e con la collaborazione di musulmani, buddisti e anglicani. Come racconta la deputata milanese Milena Santerini, «si è deciso di aprire le porte del Memoriale e di dare ospitalità ai migranti. Prima venti, poi trenta, in alcuni giorni fino a cinquanta al giorno». Una ininterrotta catena di solidarietà e di aiuto concreto, con cibo, coperte, assistenza, e con le brandine offerte dal Comune. Con l'obiettivo di soccorrere i più piccoli e le loro famiglie.
Sono ormai migliaia le persone, provenienti da Paesi in guerra o comunque problematici che hanno ricevuto le cure di chi ha voluto offrirle, quasi sempre in silenzio. È un esempio straordinario, che compensa le colpe del passato e che contribuisce a cancellare, almeno in parte, quella parola scolpita nella pietra. Appunto, "Indifferenza". Contro l'indifferenza nel Memoriale sono ormai migliaia le persone, provenienti da Paesi in guerra, ad aver ricevuto cure e aiuto.
Antonio Ferrari
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