«Urge la promozione di "una cultura della vita" che diventi un patrimonio esistenziale di tutta l'umanità». È l'auspicio espresso dal segretario del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, monsignor JeanMarie Mupendawatu, alla giornata di studio dedicata all'Evangelium vitae nel ventesimo anniversario della pubblicazione dell'enciclica di Giovani Paolo II. (.......)
Cuore dell'iniziativa, promossa dal Pontificio Consiglio per la famiglia, la basilica liberiana, la prima al mondo dedicata a Maria. «Siamo qui, uomini e donne, accomunati dall'amore per la vita, dalla passione per difenderla, dal sogno di vederla crescere per tutti», ha detto l'arcivescovo presidente Vincenzo Paglia. «Dare la vita: questo è il martirio di cui abbiamo bisogno oggi», ha aggiunto citando monsignor Romero, che definiva le mamme «martiri quotidiane».
E il pensiero è andato subito alle tante madri in difficoltà, ma anche ai bimbi non nati, ai volontari e alle realtà ecclesiali che lavorano a favore della vita, ricordati durante la recita del rosario che ha preceduto la messa. Una preghiera scandita dal ringraziamento per il dono di ogni esistenza umana e dall'impegno dei presenti nella basilica di Santa Maria Maggiore a continuare a diffondere la cultura della vita nell'educazione, nella catechesi, nella solidarietà e nel sociale.
Come è stato ribadito anche attraverso alcune testimonianze, tra cui quella di una donna ventottenne rimasta incinta a 17 anni, che con il sostegno della famiglia e del Centro di aiuto alla vita di Roma, ha potuto portare a termine la gravidanza. «Nel suo impegno per la vita, la Chiesa non condanna ma stende le mani con misericordia e speranza per sollevare dalla disperazione», ha commentato don Frank Pavone, direttore di Príest for life. Al quale ha fatto eco una volontaria dell'associazione Donum vitae. «Occorre guardare la vita nella sua profondità - ha detto - scoprendo in ogni persona l'immagine del Creatore».
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