| 27 Augustus 2017 |
L'intervista . «Un no all'odio. Vivere insieme si può» |
Jaume Castro, responsabile della Comunità nella metropoli: «Reagiamo costruendo» |
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«La presenza dei nostri 500 giovani, provenienti da 15 Paesi del mondo come tanti altri, alla manifestazione "Io non ho paura" contro il terrorismo è un segno di speranza nel futuro». Jaume Castro è il responsabile della Comunità di sant'Egidio di Barcellona e il coordinatore delle altre comunità iberiche. Ieri ha sfilato anche lui fin a Placa de Catalunya insieme al presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo e ai ragazzi provenienti da 15 paesi del mondo, fra cui 9 europei, che si sono dati appuntamento questo fine settimana a Barcellona per il settimo Incontro Internazionale Giovani Europei per la Pace. «More youth, more peace» (più giovani, più pace) è lo slogan della tre giorni di testimonianze, incontri e visite che si concluderà oggi nella città catalana, ed è lo stesso slogan che campeggia sullo striscione portato dai ragazzi venerdì pomeriggio sulla Rambla per un omaggio alle vittime.
La Comunità di Sant'Egidio in Spagna, e Barcellona in particolare, come ha vissuto gli ultimi drammatici eventi?
Questi terribili attentati terroristici hanno fatto ancor di più capire ai giovani il bisogno di ricostruzione attraverso la pace. Loro reagiscono costruendo, proseguendo con ancora più forza un percorso che li vede già impegnati tutto l'anno accanto ai poveri, ai deboli e agli immigrati nelle periferie. E la presenza a Barcellona di tanti giovani da tutta Europa ha mostrato una grandissima solidarietà coi ragazzi spagnoli dimostrando che vivere insieme si può.
Ieri hanno sfilato i rappresentanti di tutte le religioni, con una forte componente musulmana. Sant'Egidio è sempre in prima fila per il dialogo.
Sant'Egidio vive questo legame di amicizia e preghiera per la pace con uomini di tradizioni e di religioni diverse. L'icona per noi è lo spirito di Assisi, che non è solo un incontro annuale, ma un atteggiamento che noi viviamo in ogni città e quartiere tutto l'anno.
C'è anche chi confonde l'islam con il terrorismo: è un rischio forte, anche qui in Spagna dopo gli attentati?
Al contrario, dopo gli attentati ho visto nella popolazione una reazione nel segno dell'apertura. Dal 2000 è cresciuta esponenzialmente l'immigrazione, ma c'è stata una buona risposta di accoglienza, anzi, abbiamo più offerte di accoglienza che numero di migranti. A Barcellona gli stranieri immigrati sono il 17 per cento, nella zona povera del Barrio Raval ben il 50. La grade sfida di tutte Europa è accogliere per costruire e la manifestazione "Io non ho paura" esprime la grande volontà di continuare la costruzione di una società della convivenza con la nostra partecipazione attiva, a partire dai giovani, a favore dei poveri.
Angela Calvini
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