Gabriele Tagliaferro

  • COMUNICAZIONE
    COMUNICAZIONE 2003 Tempere e acquerelli su carta, cm 18,5 x 11. L'opera � nata all'interno della discussione che preparava la mostra "Abbasso il Grigio!" del 2003, il cui tema era "Dipingere l'handicap". E' un autoritratto di Gabriele mentre comunica al computer con il metodo della comunicazione aumentativa. La reiterazione dell'immagine � stata possibile attraverso il calco della stessa su carta lucido. La cupola della basilica di San Pietro, visibile sullo sfondo, colloca Gabriele all'interno della sua casa, dalla quale si pu� ammirare tale vista. Il computer � posto in una posizione tale da non mostrare lo schermo: le parole dell'autore sono un segreto da rispettare.
  • SIAMO NOI LE CANNE D'ORGANO CHE VIBRANO DI PACE
    HUTU E TUTSI: SIAMO NOI LE CANNE D'ORGANO CHE VIBRANO DI PACE 2004-2005 Olio e piccole canne di bamb� su carta, cm 48 x 33,5. Gabriele ha dedicato la sua opera al dramma del Ruanda. Non ne avevamo parlato nelle assemblee sull'Africa ma Gabriele riesce a seguire le vicende del mondo in maniera del tutto autonoma. Il titolo � stato digitato al computer. Mentre l'autore lavorava, un'amica gli ha portato in dono dal Mozambico due piccoli strumenti musicali, che sono stati smontati e utilizzati per rappresentare le canne d'organo. L'autore, con pennellate energiche, ha realizzato uno sfondo dai forti contrasti, utilizzando diverse tonalit� di risso, blu di Prussia e celeste cielo. I colori sono stati molto "lavorati" e continuamente reimpastati con i pennelli e con altri strumenti. In alto a sinistra Gabriele ha tracciato delle pennellate rosse rafforzate con il nero, quasi ad evocare l'idea della prigione. In basso a destra, dopo molti ripensamenti e tentativi, ha deciso di incollare dei frammenti di canna vegetale, appena colorati.
  • SOLLETICO
    SOLLETICO 2006 Olio su tela, cm 35x45 Per parlare dei bambino Gabriele ha pensato al solletico, che per� non � solo un ricordo ma una cosa vissuta da lui stesso ancora adesso ed ha scritto "Momento ludico quando io tutto ridente urlo". Gabriele ha preso i tubetti uno per volta e li ha spremuti direttamente sulla tela con forza, per far uscire l'olio e per farlo aderire alla tela. A questo punto operando una leggera torsione della mano faceva in modo che il "filo" di colore si rompesse. Poi con un gesto veloce verso l'alto, portava il tubetto lontano dalla tela, cos� l'olio restava a punta . Il movimento utilizzato ricorda quello che Gabriele fa quando digita una lettera e poi solleva il braccio in alto. A volte il gesto veniva spontaneo e libero altre volte era pi� lento o si arrestava a met�. Il risultato � stato una pelle d'oca, che pu� provare anche lo spettatore accarezzando la tela con il palmo della mano.
  • Gabriele Tagliaferro
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Biografia a cura di Massimiliano Mori

 

Gabriele è nato a Roma il 5 aprile 1941. E’ affetto da una forma di autismo che gli rende difficile il controllo dei movimenti e lo condiziona  nei gesti della vita quotidiana e  nell’espressione verbale. Nel 1970 è stato riconosciuto invalido totale permanente per una encefalopatia fetale.


La  famiglia di Gabriele abitava in una bella casa vicino la basilica di San Pietro, nella zona di Porta Cavalleggeri dove Gabriele è nato ed è cresciuto e dove ha frequentato le scuole elementari, imparando a scrivere. Del suo quartiere Gabriele conosce i nomi di  ogni strada e di  ogni negozio, così come di molte strade e monumenti della città. Ha un suo modo di osservare oggetti o edifici e di coglierne  i particolari, come  quando descrive il palazzo della Consulta di fronte al Quirinale: “E’ dove ci sono gli angeli che suonano la tromba con i piedi fuori dal cornicione”. 
Quando era giovane faceva  lunghe passeggiate per la città e ancora oggi questa è una delle cose che gli piace di più. Era accompagnato dal padre -  che per la sua formazione militare, lo sottoponeva ad un regime piuttosto severo - e più tardi dal fratello.


Un altro grande interesse di Gabriele è quello  per la musica, in particolare la  lirica. Quando lo abbiamo conosciuto nel 1988 spesso lo  sentivamo cantare ripetutamente frasi musicali: “Noi siam le zingarelle…..venute da lontano,… .”, oppure: “Chi del gitano i giorni  abbella…”.


Non erano canzoncine qualunque,ma arie e testi di opere liriche (“La Traviata” e “Il Trovatore” ). Quando siamo andati insieme  al Teatro dell’ Opera di Roma ad ascoltare “La Traviata” Gabriele, prima di accomodarsi, si è fermato a guardare ogni strumento dell’orchestra, nominandolo e assegnandogli il posto dove si sarebbe dovuto collocare. Inoltre osservava le persone a lui vicine ad ogni fine romanza, interessato alle loro reazioni. Attualmente oltre ad andare all’Opera ascolta e vede DVD di opere.


Gabriele ha vissuto nella casa di Porta Cavalleggeri  fino alla morte improvvisa del fratello, in seguito alla quale, non potendo assolutamente vivere da solo, fu condotto dai servizi sociali nella casa-alloggio di Tor di Nona, dove rimase per due anni Lì ha incontrato alcune persone della Comunità di Sant’Egidio che, in accordo con il suo tutore, gli hanno permesso nel 1990 di tornare  a vivere nella sua casa, con l’aiuto gratuito delle persone della Comunità. Gabriele ha ospitato nel  suo appartamento altri 5 amici disabili, rimasti soli, dando vita ad una nuova famiglia. Oggi  vive in un altro appartamento sempre di sua proprietà, molto più grande, con un bel giardino, nel quartiere di Monteverde, insieme ai suoi amici. La mattina frequenta il centro diurno RI.REI.  


Gabriele possiede una sua cultura, che in parte traspare dal suo parlare, che si riferisce  a monumenti famosi, canzoni degli anni trenta, brani di opere liriche, nomi di uomini della nobiltà romana. Ma da quando, nel 1998, ha cominciato a comunicare attraverso il computer si è  manifestata anche la complessità  del suo pensiero e  il suo interesse per il mondo. Grazie a questa nuova via di comunicazione  ha espresso il desiderio di dipingere, così dal 1999 ha cominciato a frequentare la scuola di pittura di Trastevere.  


Il suo atteggiamento verso la realtà e le persone è sempre improntato a curiosità e attenzione.


Se infatti si conversa con lui in modo diretto e gli si raccontano eventi o gli si spiega un pittore, ascolta rapito, guarda in volto l’interlocutore e smette ogni stereotipia o altra attività.


Riguardo alla pittura Gabriele ha scritto recentemente: “Io non dipingo penso”.


             


 

Hai stampato una pagina del sito www.santegidio.org