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10 Décembre 2017

Poveri in crescita, a Natale Sant'Egidio triplica i posti

La comunità di Sant'Egidio triplica l'offerta di pasti gratuiti per i bisognosi

 
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Quest'anno, per la prima volta, il pranzo di Natale della comunità di Sant'Egidio triplicherà. Nei tre anni, a causa della crisi, il tradizionale appuntamento solidale si era tenuto in contemporanea in due parrocchie cittadine. Quest'anno, per la prima volta, ad ospitare il pranzo di Natale saranno ben tre chiese: Santa Caterina (l'ex chiesa dei Cappuccini vicino a piazzale Rondani), divenuta il punto di riferimento della comunità di Sant'Egidio, il salone della parrocchia di Santa Maria del Rosario (via Isola) e - per la prima volta - i locali della parrocchia delle Sacre Stimmate (quartiere Montanara). Un (triste) record che testimonia come le persone in difficoltà nel nostro territorio continuino a crescere, al pari dei loro bisogni. «Povertà e solitudine non accennano a diminuire - afferma Bruno Scaltriti, rappresentante della Comunità di Sant'Egidio - Quest'anno il pranzo di Natale triplicherà perché questo appuntamento è una festa che raccoglie le persone incontrate lungo tutto quest'anno nelle case di riposo, in stazione e nei quartieri. La solitudine, la malattia, le difficoltà economiche rendono più difficile festeggiare il Natale per molte famiglie e per questo chiediamo l'aiuto di tanti, perché possa essere una giornata bella per tutti».
Chiunque volesse aiutare il giorno di Natale o contribuire con regali (per anziani, bambini, senza fissa dimora) ed altre donazioni, può contattare la Comunità di 
Sant'Egidio allo 0521/284982, alla mailsantegidio[email protected], oppure recandosi alla Chiesa di Santa Caterina il lunedì dalle 18 alle 20 oppure il sabato dalle 16 alle 18 e la domenica dalle 11 alle 12,30. E' inoltre attiva una campagna nazionale per il Natale che consente di donare 2 euro inviando un Sms al numero 45568.
A confermare che la povertà a Parma e provincia non accenna a diminuire sono anche i dati del rapporto curato da Pier Giacomo Ghirardini (Osservatorio delle povertà), recentemente presentato al Centro Pastorale diocesano. Quest'anno per la prima volta - grazie al sistema di raccolta dati Ospoweb - è stato realizzato un focus su «La povertà rilevata dai Centri di ascolto presso la Caritas
diocesana parmense nell'anno 2016 e nel primo semestre 2017», per avere una lettura più precisa e analitica dei bisogni dei «nostri» poveri. Secondo lo studio si stima che la povertà complessiva a Parma e provincia riguardi 29 mila persone. «Il dato - è stato precisato durante la presentazione - è calcolato, tra l'altro, ipotizzando che in media a Parma e provincia, ci sia lo stesso grado di povertà presente in Emilia Romagna».
Analizzando i dati nel dettaglio, emerge che il volto della povertà rilevata dalla Caritas è estrema. «In molti casi i soggetti che si rivolgono a Caritas - ha spiegato Ghirardini - devono fare i conti con problemi che riguardano l'ambito del reddito, la casa e la salute».
Anche se i dati legati a Caritas non rappresentano tutti i poveri di Parma, emerge chiaramente che «la povertà non diminuisce in Italia e meno che meno in luoghi più privilegiati come Parma - ha continuato Ghirardini - che continuano a risentire degli effetti della crisi».
Anche la disoccupazione non cala. «Spesso chi perde il lavoro ha precisato Ghirardini - rimane escluso dal mercato per motivi di età e per la grande concorrenza
presente: a Parma infatti i disoccupati sono diminuiti solo di mille unità».
Le persone che si sono rivolte a Caritas per chiedere un aiuto nel 2016 sono state 1338 (il dato riguarda solo due centri di ascolto, ma in realtà ne esistono anche altri), con un aumento del 17,3%. Non solo. Nel primo semestre del 2017 si è verificata una crescita 23,1%. In particolare, aumentano gli stranieri poveri ( 29% nel 2016), che rappresentano la maggioranza (68,5% contro il 31,5% degli italiani). Le persone aiutate da Caritas vivono situazioni spesso drammatiche. «1175% di queste
persone è disoccupata - ha spiegato Ghirardini - ma il dato più eclatante è quello legato alla casa. 50,6% di queste persone è senza dimora. Altro elemento molto preoccupante, che ha anche un valore predittivo sull'evoluzione della povertà, è la crescita di problemi familiari. Spesso infatti la povertà porta alla dissoluzione del nucleo familiare».
In forte crescita anche il fenomeno dei bisogni legati alla salute. «Sempre più persone - ha sottolineato Ghirardini - non arriva a pagarsi i farmaci e non ha riferimenti per curarsi».


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